Carteggio
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Carteggio

1912-1933

Aldo Palazzeschi, Giovanni Papini
A cura di Stefania Alessandra Bottini

  • Aldo Palazzeschi
  • Stefania Alessandra Bottini
  • Giovanni Papini
  • Collana: Carte Palazzeschi
  • Anno di pubblicazione: 2006
  • Lingua: Italiano
  • Copyright: 2006 Edizioni di Storia e Letteratura
  • Editore: Edizioni di Storia e Letteratura
  • Licenza: Tutti i diritti riservati
  • Licenza dei metadati: CC0
Cartaceo

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  • ISBN: 9788884983077
  • Prezzo: € 23,00
  • Condizioni accesso: A pagamento
La pubblicazione del Carteggio Palazzeschi - Papini (1912-1933) oltre a dare testimonianza della breve, ma intensa consuetudine intellettuale tra due protagonisti del nostro Novecento, offre al lettore la possibilità di avvicinarsi, seguendo gli avvenimenti dal “di dentro”, all’officina letteraria e poetica dei corrispondenti, al progressivo e quotidiano impegno per la realizzazione della rivista «Lacerba» e al tumultuoso incalzare degli accadimenti legati al tempestoso rapporto con la pattuglia dei futuristi milanesi. Molti gli eventi, i temi, le aspirazioni e i progetti contenuti nelle lettere, soprattutto nei primi, fruttuosi, anni di dimestichezza e corrispondenza (1913-1914) nei quali, con ritmo vivace, si rincorrono impressioni critiche, auspici di future pubblicazioni, notizie d’incontri e resoconti di progetti futuristi. Naturale è l’emergere, così, della diversa fisionomia umana dei corrispondenti che rende profondamente difformi e quasi dissonanti lo stile e la misura, e che ben si colgono nel personale accento con il quale vengono affrontate confidenze private, amarezze e incomprensioni letterarie. E così, pur trattandosi di un carteggio non particolarmente esteso, comprensivo di sole sessantatre lettere (quarantuno di Palazzeschi, ventidue di Papini), dal suo insieme affiora tra Firenze, Napoli e Parigi nel clima prebellico, un intreccio complesso d’interessi letterari, esperienze avanguardistiche, private traversie personali. Proprio la Grande guerra con il suo carico di lutti e sofferenze segna una frattura, rintracciabile nei fogli del carteggio, oltre la quale trova spazio solo il tono sommesso del ricordo, della pacata riconciliazione, degli avvenimenti familiari, in una parola della giovinezza svanita.